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SAN GIACOMO IN PALUDE

San Giacomo in Paludo è una piccola isola che si trova tra Murano e l’Isola della Madonna del Monte, lungo il canale detto Scomenzera San Giacomo. Di proprietà demaniale, nel 1960 è stata sottoposta a vincolo paesaggistico e archeologico a salvaguardia delle rimanenze dell’antico monastero cistercense.Già nel XII secolo l’isola ospitava alcuni edifici religiosi e un ospizio per le cure dei pellegrini diretti alla Terra Santa (1134). Da allora ha sempre svolto la funzione di ricovero (cavana), anche per quanti viaggiavano da e per Treviso, lungo il Sile.
In un secondo momento gli edifici religiosi presenti nell’isola furono trasformati in un complesso monastico che nel 1238 venne affidato alle monache cistercensi; le quali però, nel 1440, abbandonarono l’Isola per trasferirsi a Torcello.
Il complesso venne successivamente utilizzato temporaneamente come lazzaretto (1456) per poi essere solo alcuni anni dopo definitivamente affidato ai frati minori conventuali che dipendevano dal convento dei Frari di Venezia.
Negli anni a venire l’isola, come altre parti della laguna, si trovò a dover fronteggiare insalubrità e decadenza che trovano il loro esito finale nella perdita delle funzioni religiose (1779) e nella demolizione di tutto il complesso religioso (1910) a seguito degli editti napoleonici. Dell’antica costruzione oggi rimane solo il capitello neo-gotico dedicato alla Madonna che, prima inserito nel muro perimetrale, è ora conservato nella chiesa di Santa Caterina di Mazzorbo.
Dopo un primo fallimento, il tentativo di trasformare l’isola in una polveriera è stato ripreso con successo sotto il dominio austriaco. L’isola ha mantenuto la destinazione militare fino al 1964.
Del più recente passato militare sono ancora visibili i capannoni del deposito polveri, gli alloggiamenti e i posti di guardia. Negli ultimi anni sono stati realizzati alcuni interventi di restauro e di salvaguardia per contrastare lo stato di abbandono e le pessime condizioni che caratterizzavano l’insieme: sono stati parzialmente recuperati gli edifici militari; sono stati ripristinati i muri di cinta, rovinati in acqua a causa del forte moto ondoso provocato dalle imbarcazioni che transitano vicino all'isola ed è stata ricostruita la caratteristica cavana che qualche anno fa era rovinosamente crollata. 
Nel 1975 la Biennale di Venezia utilizzò le strutture ancora in buono stato dell'isola per presentare una serie di spettacoli teatrali. 
Dal 1996, l’Isola è in concessione demaniale all’associazione ambientalista Verdi Ambiente e Società che sviluppa attività di tutela e salvaguardia.